Buon cibo, paesaggi romantici e bucolici, paesini arroccati dal fascino antico e l’ospitalità genuina di una regione unica: sono solo alcuni buoni motivi per trascorrere un weekend in Umbria, una delle mete preferite per brevi e lunghi soggiorni. Quel che non tutti sanno però è che l’Umbria nasconde un lato misterioso e sconosciuto, fatto di leggende e luoghi dal fascino mistico, dove arte e cultura si fondono.
La Scarzuola: la città ideale creata da Tommaso Buzzi in provincia di Terni. Nascosta agli occhi indiscreti nel folto dei boschi umbri, si cela la Scarzuola, Lontana dai sentieri battuti dal turismo di massa, questa particolarissima città è riuscita a mantenere intatto il suo fascino ed il suo mistero così come concepiti dal suo creatore, l’artista e designer Tommaso Buzzi. Qui egli costruì una sorta di giardino ermetico-iniziatico di ispirazione illuminista, creato come sfogo, per liberare la sua arte dalle costrizioni a cui era normalmente sottoposta per volere dei “committenti borghesi”.
Buzzi diede libertà alla sua vera essenza creando un’autobiografia in pietra, un lascito volutamente incompiuto, così che fossero i visitatori ad interpretarla secondo la propria sensibilità. Ogni descrizione della Scarzuola si scontra con la realtà: ogni angolo è allo stesso tempo sé stesso e ciò che il visitatore ci vede, come suggerisce il grande occhio posizionato al centro del Teatrum Mundi: al posto della pupilla si trova uno specchio attraverso il quale il visitatore potrà vedere la sua immagina finalmente spogliata di ogni condizionamento esterno. Arrivare alla Scarzuola non è semplice, si trova in posizione abbastanza isolata nei boschi di Montegiove, una frazione di Montegabbione (Terni). È possibile visitare la città solamente prenotando in anticipo una visita guidata.
A Foligno, la Calamita cosmica: la monumentale scultura di Gino De Dominicis. Dopo un lungo peregrinare su e giù per l’Europa alla ricerca della dimora appropriata, La Calamita Cosmica, l’imponente scultura di Gino De Dominicis, ha trovato sistemazione stabile della Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata di Foligno. Qui, steso nella chiesa vuota, si trova il gigantesco scheletro umanoide dal becco di uccello che de Dominicis creò attorno al 1988 e che espose per la prima volta al Centro Nazionale d’Arte Contemporanea di Grenoble nel 1990. Da sempre affascinato dal mistero cosmico, dal rapporto tra la vita e la morte e dal tema della creazione, De Dominicis fu un artista controverso, spesso fuori dai circoli più esclusivi dell’arte per sua stessa volontà, questo non ha però impedito che la sua arte venisse conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, tanto che la Calamita Cosmica è oggi considerata una delle opere più significative del XX secolo.
Il Teatro più piccolo al mondo: a Monte Castello Vibio per scoprire il Teatro della Concordia. Si trova a breve distanza da Todi, in uno del Borghi più belli d’Italia, una delle attrazioni più pittoresche che può offrire l’Umbria. Si tratta del Teatro della Concordia, il teatro all’italiana più piccolo al mondo. Costruito durante i fiorenti anni in cui Monte Castello Vibio era “capocantone” del vasto territorio che dal Tevere arrivava fino a Terni, sul modello dei grandi teatri italiani, questo piccolo capolavoro è un’attrazione imperdibile. Oltre alla “misura” inedita, ospita infatti solo fino a 99 spettatori, la peculiarità principale di questo luogo sono gli spettacolari affreschi dipinti da Cesare Agretti in un primo momento e ripresi alla fine del 1800 dal figlio quattordicenne dell’artista. Nonostante la giovane età Luigi Agretti si dimostrò all’altezza del compito, impreziosendo il teatro di elementi unici. Uno su tutti, l’orologio dipinto sopra il proscenio che segna le 20,30, all’epoca l’orario di inizio degli spettacoli. Il teatro, tornato attivo all’inizio degli anni ’90, ha oggi una propria programmazione e può essere affittato per eventi privati e concerti.
Arte a cielo aperto a Brufa: la strada degli scultori
A soli venti minuti di macchina da Perugia si trova un luogo incantato votato all’arte: si tratta di Brufa, vero e proprio museo a cielo aperto reso unico dalle sculture disposte non solo nelle strade e nelle piazze, ma anche nel verde delle colline. L’inizio della storia artistica di Brufa risale al 1987 quando l’artista Massimo Pierucci, originario del luogo, ma emigrato negli Stati Uniti, volle regalare alla sua città natale un’opera d’arte. Piuttosto che rinchiudere la scultura in un museo, si decise di esporre i suoi Bovi in bronzo e pietra serena nel centro storico di Brufa: questo diede origine ad una tradizione che ha reso Brufa ciò che è oggi. Infatti, da quel momento in poi, ogni anno un artista dona alla città un’opera che viene esposta in quello che oramai è diventato il Museo d’Arte Contemporanea en plein air di Brufa. La visita alle colline circostanti diventa così il pretesto per ammirare e vivere appieno il significato dell’arte in comunione con la natura.
Testo di Stefania Bortolotti | Riproduzione riservata Latitudeslife.com
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